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Coffee Break



Non è una novità che TikTok insieme ai Reels di Instagram abbiano già dato il via ad un trend che ha caratterizzato gli scorsi anni: i contenuti video.

Il contenuto video, soprattutto se corto e ben pensato, continuerà a fare da padrone anche per i trend 2022.

La carta vincente dei video è la loro capacità di adattarsi al nostro modo di vivere e al momento storico: abbiamo abbandonato il formato quadrato, che era molto più simile alla televisione, il formato orizzontale molto più simile ai contenuti fruiti da desktop e ora ci muoviamo verso il formato verticale dello smartphone.


Quali tipi di video saranno più efficaci?

Sarà sempre più fondamentale saper bilanciare bene la lunghezza e il contenuto.

Ce lo dimostra Youtube con l’introduzione degli “shorts”, formati video rapidi, simili a Reels e ai video di TikTok, che nonostante non siano il formato primario della piattaforma stanno dando grandi risultati.


Video? Sì! Ma che contenuti ci metto?

Secondo una ricerca di Ninja Marketing i video che tenderanno a diventare virali sono quelli informativi e di intrattenimento ma diverse fonti confermano che anche il Motion Graphic avrà il suo spazio.


Le reazioni dei social: Instagram?

Qualche settimana fa, Adam Mosseri, Head of Instagram, ha annunciato che il 2022 sarà l’anno in cui Instagram lavorerà ad un nuovo posizionamento incentrato sui contenuti video, in particolare sui Reels.

Questa trasformazione sembra già essere iniziata con l’eliminazione di igtv in favore di una nuova tab video tutta in verticale, dove il formato 4:5 è definitivamente sparito in favore del 9:16.


Le reazioni dei social: TikTok

Non sorprenderebbe se TikTok, per perseguire il suo obiettivo di essere sempre più offline oltre che online – se non sapete di cosa stiamo parlando dovete assolutamente recuperare questo articolo – inserisse i suoi contenuti in spazi pubblici su delle televisioni verticali o se sviluppasse dei contenuti anche a fruizione più lunga come delle serie o film totalmente in verticale.

Noi la buttiamo li 😉 vediamo che succede..


Quindi il video diventa il main content del 2022?

Si e no.
I video hanno il grande pregio, quello di catalizzare l’attenzione, ma hanno anche un grande difetto: possono fornire informazioni complete ed esaustive solo in formati estesi, non hanno la stessa precisione e puntualità di un contenuto grafico ad esempio o di un approfondimento di testo.

Questo potrebbe favorire una delle piaghe dell’era dell’informazione: le fake news.

Potrebbe capitare che i creators, per attivare l’attenzione nei primi secondi di video, siano tentati dal fornire dati parziali o dall’effetto wow, e unito al fatto che molti utenti non arriveranno alla fine, non si farebbe altro che favorire la disinformazione.

Un po’ come avviene su Facebook con gli articoli di giornale dai titoli clickbait che poi vengono smentiti in fondo al testo ma che però nessuno legge.


Cosa succederà nel 2022?

La nostra previsione è quella che i video saranno dei contenuti importanti, forse proprio gli unici no, ma sicuramente sono il formato ideale per molti tipi di informazioni come quelle che puntano ad incuriosire, stupire, alleggerire, sempre supportate da un approfondimento opportuno.


Ma io ne ho bisogno?

Se ti stai domandando se una strategia basata sui contenuti video sia quella giusto per te, contattaci e lo scopriamo insieme.


 

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Coffee Break



Come ogni anno eccoci qui a parlarvi dei Trend 2022. Partiamo con il primo e, secondo noi, il più interessante.

Definita da Hubspot la piattaforma su cui incontrare i consumatori di oggi e di domani, TikTok oggi conta 1 miliardo di utenti mensili e sta vivendo la crescita più incredibile e rapida della storia.


La piattaforma più popolare

Lanciata nel 2016, ha di recente superato Google come sito più visitato al mondo e secondo la fonte App Annie nel corso del 2021 ha superato anche il tempo di visualizzazione medio mensile di Youtube.

Il primo trend che guiderà il 2022 sembra essere proprio questo: TikTok detterà le nuove regole della creazione e della fruizione dei contenuti, non solo per gli utenti ma anche per tutte le altre piattaforme che saranno costrette ad adattarsi.


Esserci o non esserci, questo è il dilemma

Questa tendenza così forte potrebbe far pensare che sia diventato indispensabile inserire TikTok nella propria strategia digital. Per quanto da un lato potrebbe davvero essere così, dall’altro non è detto che tutti lo possano fare: bisogna sempre partire da un’analisi attenta e ben precisa del proprio target e da uno studio delle possibilità che la piattaforma offre. 

Quindi non dobbiamo esserci per forza ma se decidiamo di esserci dobbiamo farlo in modo strategico, vediamo come fare.


Quali contenuti funzionano su TikTok?

I dati confermano che TikTok è una piattaforma estremamente democratica. Non vengono premiati i contenuti fortemente scenografici, complessi o che per la loro produzione richiedono un grande budget ma vengono spinti i contenuti molto naturali, con alla base idee semplici ma coinvolgenti.


Come possono i piccoli brand, creators e imprese inserirsi su TikTok in modo vincente?

Come abbiamo già detto vige un sistema di distribuzione dei contenuti molto democratizzato, che premia la spontaneità e la creatività. A livello di copertura e di interazione con la community invece offre davvero molte più possibilità rispetto alle altre piattaforme. 

I presupposti per una presenza vincente sembrano esserci.

Via libera quindi a video semplici ma brillanti, veloci e diretti, molto vicini al proprio pubblico.

Va bene seguire i trend per prendere confidenza con la piattaforma ma per fare il salto di qualità sarà indispensabile buttarsi e creare contenuti unici e originali.


Questa piattaforma è adatta a tutti i business?

Qualsiasi brand, anche piccolo, si può buttare senza particolari tecniche o budget, a patto che ci sia alla base una buona dose di creatività.

A livello di strategia bisogna stabilire se l’azienda è disposta a fare suo questo modo di comunicare così ironico, fresco e diretto, e se il pubblico a cui si rivolge utilizza e comprende questo stesso tono di voce.


Dall’online all’offline

TikTok non è solo una realtà limitata al mondo social e digital. Sembra ormai chiara la sua volontà di inserirsi anche nella realtà offline e diventare qualcosa di uso quotidiano che va oltre all’azione meccanica di aprire l’app e scorrere il feed.

Tra le strategie già messe in atto ricordiamo la collaborazione con gli europei come sponsor e l’inserimento dell’applicazione nelle nuove smart tv.


Cosa succederà nel 2022?

Per i progetti futuri invece sul web circolano due notizie. La prima, di poche settimane fa, riporta che il social network lancerà a breve una linea di ristoranti dove saranno serviti i piatti diventati virali sulla piattaforma. La seconda invece dice che TikTok potrebbe aver chiuso dei contratti per essere presente su delle tv verticali posizionate in luoghi pubblici.

La nostra previsione per il primo dei trend 2022 è che questo social si posizionerà come piattaforma di intrattenimento a 360 gradi abbracciando l’utenza sotto moltissimi punti di vista.


Ma io ne ho bisogno?

Se ti stai domandando se TikTok è il Social giusto per te, contattaci e lo scopriamo insieme.


 

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Bandi e incentivi, Coffee Break

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Fare impresa non è per niente semplice, spesso si ha un grande progetto in mente ma nessuna garanzia alle spalle e tutto diventa ancora più difficile se ad ostacolare una nuova idea imprenditoriale ci si mette la pandemia da Covid 19.

La soluzione c’è, ed è un contributo a fondo perduto fino al 50% che finanzia tutte le attività di comunicazione e marketing, utili per promuovere la tua startup, e tutte le spese affrontate per avviare l’impresa. Incredibile vero? si chiama:

BANDO NUOVA IMPRESA – Contributi per favorire l’avvio di nuove imprese e l’autoimprenditorialità in risposta alla crisi da Covid 19



Regione Lombardia e il Sistema Camerale Lombardo hanno quindi deciso di sostenere lo sviluppo delle startup nate sul territorio a partire dal 26 luglio 2021 perché nessun progetto rimanga nel cassetto.


Il Bando Nuova Impresa ha l’obiettivo di supportare l’avvio di nuove imprese e l’autoimprenditorialità, attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto sui costi necessari per la creazione delle nuove imprese.



Entità del contributo

L’agevolazione consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto fino al 50% della spesa ammissibile e comunque nel limite massimo di 10.000,00 euro.



Requisiti

Possono accedere al contributo le Micro, Piccole e Medie Imprese del commercio (inclusi i pubblici esercizi), terziario, manifatturiero e artigiani dei medesimi settori che abbiano aperto una nuova attività a partire dal 26 luglio 2021, con sede legale e operativa in Lombardia.



Spese ammissibili

Sono ammesse tutte le spese per l’avvio della nuova Impresa, nello specifico nell’ambito del marketing e comunicazione rientrano:


  • lo studio del posizionamento strategico e del piano di comunicazione;
  • la progettazione dell’identità aziendale quale logo, biglietti da visita, carta intestata, buste, cartelline portadocumenti, blocchi note, brochure aziendale ecc.
  • la progettazione e realizzazione del sito web o e-commerce;
  • le campagne di promozione attraverso TV, radio, cinema, affissioni, pagine pubblicitarie ecc.
  • le campagne di promozione attraverso i Social Network, Google, YouTube, email marketing ecc.

l’investimento minimo previsto è di € 5.000.




Presentazione delle domande

L’apertura dello sportello per la presentazione delle domande è prevista dalle ore 14.30 del 1 dicembre 2021 fino alle ore 12.00 del 20 dicembre 2021.


L’assegnazione del contributo avverrà con procedura valutativa “a sportello” secondo l’ordine cronologico di invio telematico della richiesta e fino ad esaurimento delle risorse a disposizione, comunque entro la data di chiusura dello sportello individuata nel bando attuativo nel mese di dicembre 2021.



Vuoi ricevere maggiori informazioni sul bando? 
Chiamaci allo 0332 161 0595 o scrivici a info@magoot.com



COSA PUÒ FARE MAGOOT PER TE


Possiamo offrirti un servizio completo!


Oltre ad accompagnarti nella progettazione, realizzazione e promozione di tutte
le attività di marketing e comunicazione di cui hai bisogno, possiamo anche occuparci di tutta la parte gestionale della pratica (istruzione, compilazione, predisposizione della domanda relativa all’incentivo e rendicontazione) attraverso società specializzate con le quali collaboriamo.



Il beneficiario può presentare richiesta di contributo dopo aver aperto la nuova impresa, aver effettuato l’investimento ed ultimato i lavori presentando le relative spese quietanzate.



E’ un bando molto appetibile e i contributi verranno erogati fino ad esaurimento delle risorse disponibili.


Gioca d’anticipo, contattaci subito allo 0332 161 0595 oppure scrivici a info@magoot.com

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Coffee Break, Formazione, Social media marketing



In questo articolo ti forniamo tutte le istruzioni semplici ma dettagliate per capire come funziona la pubblicità su LinkedIn e come impostare la tua prima campagna pubblicitaria in modo efficace.

Partiamo dalle basi:


Cosa significa sponsorizzare un contenuto?
In generale sui social sponsorizzare un contenuto significa farlo apparire nella homepage delle persone che ti interessano, anche se non sono tuoi follower.

Mentre su Facebook, Instagram e altre piattaforme social chiunque può decidere di pagare per aumentare la visibilità dei propri post, su LinkedIn questo è concesso unicamente alle pagine aziendali.

Perché decidere di fare advertising proprio su LinkedIn?
Come abbiamo già detto negli articoli precedenti LinkedIn è la piattaforma più utilizzata al mondo dai professionisti di ogni settore quindi prima di tutto sappiamo che su questa piattaforma possiamo trovare clienti, partner e collaboratori.

In secondo luogo nessun’altra piattaforma social è in grado di definire i destinatari dei nostri contenuti sponsorizzati come fa LinkedIn, in maniera precisa e capillare basandosi sulle caratteristiche demografiche e professionali degli utenti.

Ovviamente non si ferma solo al traffico interno della piattaforma, LinkedIn è in grado anche di creare un pubblico a partire dai visitatori del sito web, di un comportamento sulla propria pagina, dal caricamento di liste di contatti e molto altro.


Quali tipi di annunci è possibile creare?

Annunci di testo – si trovano nella parte alta dell’homepage, prima dello spazio per scrivere un nuovo post e sul lato destro (nella versione desktop)

Contenuti sponsorizzati – appaiono come dei normali post nel nostro newsfeed, in genere li puoi trovare in seconda o terza posizione e riportano sotto al nome della pagina la dicitura “contenuto sponsorizzato”.
I contenuti sponsorizzati su LinkedIn sono in genere più costosi che su altre piattaforme social ma rimangono comunque uno strumento valido, preciso e accessibile.

Modulo Lead
– è un modulo di raccolta dati collegato ad un contenuto sponsorizzato, permette di raccogliere i contatti di persone interessate al nostro prodotto/servizio senza uscire dalla piattaforma

Annuncio formato Messaggio sponsorizzato
– messaggi privati in un formato più ricco rispetto ai messaggi gratuiti di LinkedIn.
Questo tipo di messaggio può essere inviato ad un gruppo di destinatari individuati in base alla caratteristiche professionali.

Annuncio formato Conversazione – permette di avviare una conversazione che contiene fino a 5 cta, indirizza i clienti verso più pagine di destinazione o verso moduli di Lead Generation e offre la possibilità di vedere quante persone cliccano sul contenuto.

Per informazioni più dettagliate sui tipi di annuncio richiedi l’ebook gratuito “Guida alla pubblicità su LinkedIn”

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Se invece vuoi imparare come impostare le tue Campagne LinkedIn al meglio, con esercizi pratici e la supervisione di un formatore d’eccellenza dai un’occhiata a questo corso

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Come avviare una campagna?
1) Clicca sulla sezione Amministratore campagne (Se è la prima volta, occorre creare un account pubblicitario)

2) Imposta un obiettivo




3) Definisci il target attraverso i filtri (in questa fase è possibile salvare i target per riutilizzarli in successive campagne)



4) Imposta un budget che può essere giornaliero oppure totale. Come accennavamo in precedenza i prezzi dell’advertising su LinkedIn non sono proprio economici


Per tutte le dritte su come ottimizzare il budget scarica l’ebook gratuito “Guida alla pubblicità su LinkedIn”

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5) Ora arriva la parte creativa. Superati tutti gli step precedenti puoi decidere se scegliere un post esistente da sponsorizzare, scriverne uno ad hoc oppure, nel caso tu voglia utilizzare un modulo lead, occorre settarne i campi.


Come sta andando la tua campagna?
Chiudiamo con qualche indicazione sui dati.
Se sei alle prime armi ti consigliamo di tenere sott’occhio principalmente:

CTR
– quante persone hanno cliccato ogni 100 che hanno visualizzato il contenuto
interesse – quante persone hanno interagito ogni 100 che hanno visualizzato il contenuto




In conclusione possiamo dirti che per creare campagne LinkedIn efficaci occorre, come in ogni ambito, sperimentare.
Se vuoi fare pratica con le varie metriche e con gli annunci sotto l’occhio esperto del nostro formatore LinkedIn Alessandro Gini, nel campo della comunicazione, del marketing e delle vendite da quasi 20 anni, iscriviti subito al corso “LinkedIn Advertising Strategy”, avrai la possibilità di farti guidare dalle basi alle opzioni più avanzate, sia in presenza che online!

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Coffee Break, Formazione, Social media marketing

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Con milioni di professionisti iscritti alla piattaforma e migliaia di potenziali clienti attivi ogni giorno LinkedIn sembra essere il posto giusto dove stare per far conoscere la propria attività. 

Attraverso il network professionale più grande al mondo hai la possibilità di entrare in contatto con i tuoi clienti, trovarne di nuovi ma anche conoscere possibili partner, fornitori e collaboratori.

Quindi non sarebbe bellissimo sfruttare al massimo le potenzialità di questo Social Network per migliorare la propria notorietà, fidelizzare i clienti e acquisire nuovi contatti?

Ovviamente si ma non è proprio così semplice! 

Non basta iscriversi e aspettare che i contatti piovano dal cielo, serve lavorare ad una strategia di marketing che ti permetta di farti conoscere e di far crescere la tua attività.

Certo ma.. da dove si inizia e come si fa?

Il primo step è sicuramente quello di ottimizzare la propria pagina aziendale LinkedIn.

LinkedIn è una piattaforma SEO Friendly, questo significa che utilizzando bene le tue parole chiave all’interno del nome, dello slogan e della descrizione della tua pagina aziendale avrai più possibilità di apparire per primo nei risultati di ricerca, non solo della piattaforma stessa ma anche di Google.
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Secondo step:

Stabilire un obiettivo.

No, vendere non vale. Almeno non nell’immediato. 

Il compito della strategia è quello di tracciare una direzione chiara da percorrere che si basi su piccoli traguardi intermedi. Questa fase è fondamentale per determinare in che modo dovrai usare la piattaforma nei prossimi mesi.

In modo specifico LinkedIn ti permette di:

– Promuovere la tua azienda
– Trovare, partner fornitori e collaboratori
– Generare lead, ossia contatti (che a tendere potranno trasformarsi in vendite)

Dopo aver individuato gli obiettivi da raggiungere, il passo successivo è chiedersi: “a chi mi voglio rivolgere?

Terzo step:

Individuare il tuo target

Avere ben chiaro a chi rivolgi i tuoi prodotti o servizi, quali sono i loro bisogni, interessi e problemi ti aiuterà a creare dei contenuti più specifici, più efficaci, che coinvolgono il tuo pubblico e aumentano la possibilità di convertirli da semplici lettori a contatti qualificati.


Quarto step:

Attirare l’attenzione del tuo target con argomenti interessanti.

Una strategia di contenuti ben pianificata può aiutarti a distinguerti e ad ottenere un vantaggio sui tuoi concorrenti.

Pubblicare contenuti a casaccio, tanto per pubblicare, non porta da nessuna parte.

I tuoi contenuti devono essere coerenti con quella che è la tua attività e di buona utilità pratica per il tuo pubblico. 

Quindi è necessario:
fare una selezione degli argomenti di cui si vuole parlare.
creare contenuti di qualità in diversi formati (foto, video, caroselli).
– predisporre una pianificazione costante.

Questi elementi danno vita alla tua strategia dei contenuti.

Ultimo step:

Pianificare la pubblicazione dei tuoi contenuti su LinkedIn

Sai chi è il tuo pubblico, hai bene in mente di cosa vuoi parlare, hai fatto un elenco delle fonti da cui prendere ispirazione, ora non resta che pianificare il ciclo di produzione e pubblicazione dei contenuti!

Pubblicare una discreta varietà di contenuti aumenta le possibilità di successo ma anche il momento giusto è fondamentale! 

Ma quand’è il momento giusto per pubblicare? 

Non c’è una risposta buona per tutti. Prova a pensare in quali momenti il tuo pubblico potrebbe essere libero da altre attività e avere tempo da dedicare alla consultazione di LinkedIn, quindi indicativamente tra le 12.00 e le 14.00 oppure dopo le 18.00, nei giorni centrali della settimana.

Pubblica in giorni e orari diversi per capire quando ottieni i risultati migliori.


Non avere fretta!

Nessuno raggiunge il successo dalla sera alla mattina. 

Creare contenuti su LinkedIn non avrà effetto sulle vendite dall’oggi al domani ma getterà le basi per avere successo nel medio-lungo periodo.

La pazienza è la virtù del Content Marketing!


Considerazioni finali

Quello che ti abbiamo spiegato in questo articolo è solo una piccolissima parte di come comunicare in modo efficace attraverso la pagina aziendale su LinkedIn.

Dopo aver fatto questi pochi e semplici passaggi preliminari avrai gettato delle ottime basi per una presenza di successo.

Se il mondo di LinkedIn ti appassiona e vuoi approfondire come aprire, ottimizzare e gestire la tua pagina aziendale scarica il nostro ebook

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Questa guida ti fornirà tutte le istruzioni per utilizzare LinkedIn in modo efficace ma se sei determinato ad utilizzarlo da vero esperto, a far decollare la presenza online della tua attività e a sfruttare al massimo tutte le potenzialità di questo strumento puoi iscriverti alla nuova edizioni dei corsi dedicate alle pagine aziendali.

Il corso “LinkedIn Company Strategy” ti permetterà di accedere ad un concentrato di anni di esperienza accompagnato da un formatore che ti aiuterà a riconoscere i tuoi attuali errori e impostare la tua strategia personalizzata. In poche ore riuscirai a fare quello che da solo impiegheresti settimane o mesi per imparare.

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Questi corsi sono pensati per responsabili e manager del settore della Communication & Marketing, per titolari di PMI che si occupano anche della comunicazione dell’azienda, per liberi professionisti e freelance nel mondo del Social Media Marketing e del Digital Marketing.

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Coffee Break



GUIDA SEMISERIA AL TELELAVORO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS.


L’emergenza COVID-19 ci ha messo sotto sequestro. Tutti in quarantena. Tutti a casa. Ma i Magoot sono tutti connessi, che tanto a noi basta un computer e un wi-fi. Fortunatamente il nostro lavoro non si ferma, non ora almeno che abbiamo incarichi acquisiti pre-Coronavirus, i prossimi mesi chissà…

I Magoot sono gente abituata a fare, diciamo sempre. Peccato che hanno fatto anche tanti figli!

Adesso per esempio, mentre scrivo, il mio n. 2 è qui accanto a me, è il mio nuovo vicino di scrivania. Ha l’iPad aperto sul registro elettronico della scuola, dove ci sono i suoi compiti e giura di lavorare, ma si agita sulla sedia, fa cadere il temperino, il pennarello, il righello, mi chiede ogni due per tre che ore sono, ripete “fatto” ad ogni addizione completata e infine “ti posso aiutare adesso mamma?”, sbatte le sue lunghe ciglia seducente e mette la bocca a cuore. Quando gli dico che no, che anzi meglio che mi metta le cuffie con della musica classica se voglio finire, dichiara: “allora vado a giocare alla Play”. E mentre qualsiasi padre avrebbe esultato per la prospettata ora di pace, ogni madre va in sbattimento e anch’io tentenno tra il finire qui e improvvisare un laboratorio di creta.

Ci scambiamo al telefono storie tutte uguali.

Poiché l’opzione nonni a ‘sto giro non è fattibile e legarli al tavolo neppure (continuerebbero ad urlare!), abbiamo fatto appello alle nostre (poche) conoscenze pedagogiche. Ai bambini servono regole e routine ci siamo detti. E a noi pure.



LINEE GUIDA PER IL LAVORO DA CASA CON I BAMBINI

Ecco allora 3 regole 3 per sopravvivere allo smart working formato famiglia! Poche ma buone. Non ancora approvate all’unanimità ma abbiamo tempo per perfezionarle.



1. Organizzare i tempi ovvero impostare il timetable famigliare

Elementi di valutazione:

• Tempi degli adulti
• Tempi dei bambini
• Tempi condivisi

Noi vorremmo lavorare, vorremmo seguire tutti quei corsi gratuiti per formarsi, aggiornarsi, riflettere sul futuro del nostro brand che ci suggeriscono su LinkedIn, vorremmo visitare i musei virtuali in giro per il web e leggere quel buon libro che ci consiglia lo scrittore in diretta Instagram. Ma. Ma loro non dormono (perché non si stancano of course!), loro vogliono costruire la più grande astronave dello spazio con te, loro vogliono il nostro smartphone, il nostro computer, il nostro tablet per le videolezioni, i compiti su LearningApps e salutare i loro compagni su Whatsapp che “mi mancano tanto”. Loro vogliono s-e-m-p-r-e mangiare. 

Forse se definiamo meglio i tempi della giornata ci diamo un ritmo, miglioriamo la convivenza e diventiamo più performanti (forse).

Qualcuno si è appellato alla Bibbia. Ecclesiaste 3,1-15. 

Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. […]
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare. […]
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.

Qualcuno l’ha risolta così:







2. Scegliere con cura lo spazio di lavoro.

Elementi di valutazione:

• Acustica
• Connessione
• Arredamento

Il nostro art director ha già testato 3 stanze della casa, ma ancora nessuna soddisfa le sue esigenze. Lui non può spalmarsi sul divano con un notebook come noi, ha un mac 27 pollici, ha bisogno di uno spazio vitale di almeno almeno 3 mq. La cucina soddisfava il parametro 2, ma le incursioni dei bambini in cerca di nutella e pentole a pressioni fumanti sullo sfondo vanificavano gli altri due. Il salone sembrava perfetto, ordinato, silenzioso, qualche libro e una bella orchidea come cornice per le videochiamate, ma connessione zero : ( Ora è in camera. Connessione molto buona. Deve solo avere l’accortezza di rifare il letto prima di accendere Skype, per le telefonate importanti può rinchiudersi nella cabina armadio e non è mai stato così facile concedersi una siesta post-prandiale.







3. Definire e rispettare un set di regole ferree.

Elementi di valutazione:

• Potere
• Dovere
• Volere

In questi giorni vale un po’ tutto, anche tra di noi c’è chi prende la vita con molta filosofia, non punta la sveglia, sta al computer in pigiama e trova che le call disturbate da cani e bambini siano un simpatico diversivo. Ma per non arrivare a fine giornata con la sensazione di non aver combinato niente, ci siamo tutti convinti che un set di regole sia di grande aiuto per tutta la famiglia, per gli adulti i cui rapporti in questa convivenza forzata possono diventare elettrici e per i bambini che così si allenano al senso del limite e alla responsabilità.

Le regole possono essere più o meno democratiche, sta a voi. C’è chi utilizza il gioco del “Re, la regina, il principe e la principessa” per decidere chi regna ogni giorno in famiglia (e quindi decide cosa si mangia a colazione, chi sceglie il film, a chi tocca sparecchiare, chi si stacca dal computer per stendere la lavatrice e gli altri muti!) e chi pontifica così:




Soprattutto essere intransigenti sul cibo, dichiarare la cucina zona rossa, inavvicinabile. Mettere chiodi sulla porta del frigo e della dispensa. Altrimenti usciti da questa emergenza partirà quella sul diabete!!

Dai magoot genitori acrobati ai domiciliari è tutto. Per i nostri colleghi senza prole #tantainvidia.




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Che scenario comunicativo ci attende in questo 2020? Come dobbiamo modificare e riadattare le nostre strategie di marketing per intercettare il nostro pubblico?

Abbiamo raccolto da studi e ricerche di grandi agenzie di comunicazione e istituti di ricerca internazionali i principali trend che sono ancora una volta fortemente legati al digitale (che è diventato un “giocattolo” senza il quale non possiamo più fare senza, ma su cui stiamo iniziando a fare anche un bel “esame di coscienza”. Questa Intelligenza Artificiale per esempio, non starà diventando un po’ TROPPO intelligente?).

Canali di comunicazione sempre più frammentati, qualche novità (Tik Tok), tante conferme (l’ascesa degli assistenti vocali o del podcast) e consumatori che non sono più lì, immobili e disponibili, pronti a bersi qualsiasi messaggio, ma per raggiungere i quali il percorso si fa sempre più tortuoso.

Ecco le sfide principali da affrontare quest’anno per cercare di rimanere competitivi.


1. TIK TOK: IL SOCIAL CHE NON PUOI PIU’ IGNORARE

TikTok è stata la grande novità del 2019. La piattaforma n.1 al mondo per i video brevi ha da poco raggiunto il miliardo di utenti e lo ha fatto più rapidamente di tutti gli altri social (3 anni vs. i 7 di Facebook). In Italia da poco più di un anno, ha già superato i 2,5 mio di utenti (prevalentemente tra i 13 e i 24 anni).
Nel 2020 sempre più budget pubblicitari verranno spostati su questo canale, soprattutto da chi opera in mercati di tendenza e giovanili (fashion, gaming, cosmetica, etc.). Ma anche per tutti gli altri è venuto il momento di prendere TikTok sul serio!



2. PODCAST: NE ASCOLTEREMO SEMPRE DI PIÙ!

Sono più di 12 milioni gli ascoltatori del segmento podcast in Italia. Aumenta non solo il numero degli utilizzatori (+16% rispetto all’anno precedente), ma anche la frequenza e i tempi di ascolto. Si ascolta a casa, in macchina, mentre si fa sport… il podcast ci piace sempre di più e viene utilizzato soprattutto per informarsi e scoprire nuovi contenuti (anche se per ora non siamo disposti a pagarlo!). Anche i brand si stanno buttando nella mischia e lo stanno inserendo sempre di più nelle loro strategie di content marketing!




3. DIGITAL DETOX: GOVERNA I SOCIAL, NON FARTI GOVERNARE!

Sono più di 12 milioni gli ascoltatori del segmento podcast in Italia. Aumenta non solo il numero degli utilizzatori (+16% rispetto all’anno precedente), ma anche la frequenza e i tempi di ascolto. Si ascolta a casa, in macchina, mentre si fa sport… il podcast ci piace sempre di più e viene utilizzato soprattutto per informarsi e scoprire nuovi contenuti (anche se per ora non siamo disposti a pagarlo!). Anche i brand si stanno buttando nella mischia e lo stanno inserendo sempre di più nelle loro strategie di content marketing!



4. USER GENERATED CONTENT: USALI! INFLUENZANO IL 90% DELLE DECISIONI D’ACQUISTO


Nel febbraio 2019, su Instagram, la foto di un uovo, postata da un utente qualsiasi, fa il record di like (53,7 mio). E’ il momento in cui il culto degli influencer celebri si è sgretolato, per vedersi rimpiazzato dai contenuti creati da una persona qualunque. Le decisioni di acquisto dei consumatori si basano sempre di più su contenuti pubblicati da altri utenti, che considerano autentici e credibili. E’ tempo di iniziare a costruire un senso di comunità intorno ai brand, attraverso le community sui social, iniziative il più possibile coinvolgenti e condivisibili, incentivi (esperienziali o economici). Non è facile, ma dobbiamo provarci!



5. RICERCA VOCALE: IL TREND SEO DEL 2020

Siri, Google Home, Alexa stanno prepotentemente prendendo possesso delle nostre case. E il 50% delle ricerche su Google verranno effettuate tramite voce entro la fine del 2020. Ricerche vocali che hanno una probabilità 30 volte maggiore di trovare una conversione rispetto alle ricerche di testo. La voce aggiunge sfumature, trasmette emozione, è più empatica. E questa è una rivoluzione per le aziende che dovranno cambiare il loro modo di approcciare e influenzare le persone.



6. WHATSAPP BUSINESS: LO CHIEDONO I CONSUMATORI!

L’applicazione di instant messaging più utilizzata al mondo esce dalla sfera privata ed entra nelle aziende. Sempre più usata la versione Business dalle imprese locali che la utilizzano principalmente per offrire un servizio di customer care e per inviare promozioni. Gli utenti non sono infastiditi, anzi! Il 65% si aspetta di comunicare sempre più con le aziende attraverso la messaggistica. E a differenza di social e altri canali di comunicazione, WhatsApp non ordina i contenuti in base alle preferenze di un algoritmo! Ma per una strategia vincente punta tutto sul suo maggior punto di forza: la velocità!




7. OMNICHANNEL MARKETING: PRESIDIA TUTTI I PUNTI DI CONTATTO CON IL TUO PUBBLICO


La regola aurea è: essere lì dove sono i tuoi clienti. È ormai assodato che i consumatori utilizzano più canali per fare ricerca, confrontarsi, fare acquisti e interagire con i brand. Lo facciamo online e offline. Personalizzazione ed esperienza integrata lungo i vari touchpoint devono diventare i nuovi mantra del mercato ed è più che mai necessario un cambiamento di paradigma nell’organizzazione della catena del valore: attività non più organizzate intorno ai prodotti quanto piuttosto ai segmenti di mercato (ma c’è ancora molto lavoro da fare! Solo il 6% delle aziende italiane è “maturo” in tema di omnicanalità)



8. INTELLIGENZA ARTIFICIALE: IMPARA A CONVIVERCI!


L’Intelligenza Artificiale si occupa di insegnare alle macchine a pensare e agire come un essere umano. Due esempi quotidiani: Facebook Messenger che invia risposte automatiche ai follower per conto del tuo brand, Amazon che ti suggerisce prodotti che a volte non sai neanche di volere ma di cui hai effettivamente bisogno. AI è stata la parola d’ordine alla più importante fiera tecnologica del mondo, il CES di Las Vegas, il mese scorso. il 95% delle aziende prevede di adottare sistemi di AI nel 2020. E se negli angoli più reconditi della nostra mente continua a farci paura, siamo ormai a un punto di non ritorno. L’AI sarà alla base di qualsiasi miglioria tecnologica e usarla a fin di bene sarà solo nostro dovere!



9. GIG ECONOMY: NUOVE FORME DI ORGANIZZAZIONE AZIENDALE


Nel 2020 continuerà la crescita di questo fenomeno che non riguarda solo marketing e comunicazione ma tutta l’organizzazione delle aziende, un trend che sta rivoluzionando il mondo del lavoro. La Gig Economy è una delle nuove forme di organizzazione dell’economia digitale. Abbiamo fin qui visto come aumentino continuamente i canali da presidiare per essere sempre in contatto con i nostri clienti e come questi ci richiedano sforzi enormi. Le aziende non hanno internamente né il personale, né le competenze per gestire questi nuovi processi e sempre più spesso ricorrono a figure esterne, freelance per attività quali sviluppo web, traduzioni, grafica, data entry, … tu li utilizzi?




Queste ci sembrano le tendenze più significative da tenere in considerazione per affrontare un altro anno (e decennio), coronavirus permettendo!


Fonti: Vincos Blog; Nielsen, Talkwalker, We Are Social, Salesforce, Osservatorio Politecnico di Milano, Comscore, Adobe Analytics, Google


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Coffee Break


Vi presentiamo G&G, Giona & Giulia, due giovanissimi “temporary” colleghi!

Anche quest’anno, in questi due mesi estivi, stiamo ospitando studenti provenienti dal corso per esperti in New Media Marketing di Fondazione ITS Incom di Busto Arsizio, che organizza percorsi formativi mirati allo sviluppo delle competenze nel settore dell’informazione e dei servizi applicati alla comunicazione con un approccio fortemente applicativo e orientato al mondo del lavoro. 

Il motivo per cui ci piace avere stagisti, tirocinanti e altri giovani collaboratori, oltre che per un utile supporto operativo (fotocopie a parte!!), è la possibilità di guardare al mondo reale, là fuori, con i loro occhi. Ascoltare la musica che gli piace (non sempre la trap fortunatamente!), conoscere le serie tv che guardano, vedere gli acquisti che fanno online, i marchi che seguono, continuare a stupirsi del rapporto che hanno con quella ormai specie di protuberanza digitale del loro corpo che è lo smartphone… tutto questo è uno spaccato vero, non filtrato dai social, dai giornali o dalle ricerche di mercato.

Insomma avere dei Millenials in carne e ossa in ufficio può aiutare tantissimo nel tuo compito di comunicatore moderno. Lo consigliamo a tutte le imprese non solo alle agenzie creative!!

Ed eccoli G&G, Giona & Giulia




Nome: Giona Mason
 
Età: 21 anni
 
Come stai vivendo questa esperienza?
In queste settimane ho avuto l’opportunità di applicare i miei studi del corso ITS di New Media Marketing in un ambiente amichevole e tranquillo.
 
Che cosa ti è piaciuto soprattutto in queste settimane?
È stato molto interessante andare in azienda e partecipare con fotografo e art director a sopralluogo e shooting fotografico per un sito web.
 
Che cosa hai trovato di diverso rispetto a quanto studiato in questi mesi di corso?
Impaginando il programma di un evento ho capito come un lavoro che può sembrare semplice e veloce può rivelarsi complicato, fino a revisionarlo per settimane per renderlo perfetto in ogni minimo dettaglio. Un’altra cosa che non sapevo è che ogni settimana si fa un “progress” per confrontarsi e collaborare al meglio.

L’esperienza Stage credi sia effettivamente utile per la tua formazione?
Sì, mi sto rendendo conto di come funzioni realmente un’agenzia di comunicazione, dalla figura dell’account a quella dell’art director! Mi accorgo giorno dopo giorno di quali sono le difficoltà e le sfide con i clienti, ma soprattutto sto cominciando ad intravedere quale ruolo mi piacerebbe intraprendere in futuro.

Consiglieresti Magoot ad altri giovani aspiranti “new media marketers”?
Fare uno stage in un’agenzia come Magoot per me significa essere seguiti passo a passo, ad ogni difficoltà si può sempre contare su di voi. E poi si ascolta musica piacevole mentre si lavora e si chiacchiera durante le pause! Spero che altri ragazzi come me e Giulia abbiano un’opportunità del genere, un’esperienza di crescita professionale ma anche personale.






Nome: Giulia

Età: 20

Come stai vivendo questa esperienza?
Sto vivendo questa esperienza in modo sereno, cerco di non perdermi neanche un attimo della vita in agenzia, in modo da apprendere il più possibile!!

Che cosa ti è piaciuto soprattutto in queste settimane?
In queste settimane la cosa che più mi è piaciuta è stata incontrare i clienti, perché mi ha dato modo di vedere con quale approccio si interagisce e si presentano i lavori che si stanno svolgendo. 

Che cosa hai trovato di diverso rispetto a quanto studiato in questi mesi di corso?
Il lavoro del Social Media Manager! Mi aspettavo che fosse piuttosto statico, noioso. In realtà è divertente (oddio, non sempre!) e richiede creatività e originalità. Ho capito che non è una mansione da sottovalutare, è impegnativo mantenere l’engagement alto e non annoiare il pubblico di riferimento!

L’esperienza Stage credi sia effettivamente utile per la tua formazione?
enso che due mesi di stage siano utili perché permettono di vedere come si svolge il lavoro e di cominciare a capire quale ruolo si vuole ricoprire in futuro.

Consiglieresti Magoot ad altri giovani aspiranti “new media marketers”?
Sì, perché anche se è una piccola agenzia, o forse proprio per quello, permette di vedere tante attività e seguirle nei minimi dettagli.


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Coffee Break



Quella del Rierùn è innanzitutto una bella storia. Ecco perché ci è piaciuto tanto raccontarla! Il Rierùn è una vecchia imbarcazione, ma come ha scritto uno dei pescatori a cui era caro “non è solo legno e remi, bensì testimonianza della gente di lago, in un tempo dove lo specchio d’acqua era centro di relazioni, lavoro, economia, gioie e soddisfazioni”.

La storia del Rierùn

E’ la storia “dur barcun” con cui usciva non uno, ma fino a 20 pescatori, per una pesca collettiva che si trasformava in una festa di gruppo, una sagra di paese.
E’ la storia della “balena spiaggiata” notata da una scolaresca sulle rive del lago, una manciata di bambini che con il loro entusiasmo ha riattivato una passione sopita e convinto la comunità a prendersi cura di questo vecchio animale lacustre.
E’ la storia di un gruppo di volontari che per più di un anno ha passato giorni e notti al suo capezzale e con un lavoro certosino, meticoloso, prezioso l’ha riportato in vita.

Ci sono tutti gli elementi dello storytelling. Una storia semplice, ma collettiva dove l’unione fa davvero la forza e il coinvolgimento emozionale diventa contagioso induttore comunicativo. Basta guardare le facce del sindaco di Cazzago Brabbia, Emilio Magni e dell’onorevole Giancarlo Giorgetti (che non dimentica di essere figlio di pescatori) mentre inaugurano il ricovero che d’ora in poi ospiterà il Rierùn, lì, sulle rive del “suo” lago!




Il progetto di comunicazione

Noi stiamo da qualche anno lavorando a fianco della Cooperativa dei Pescatori a progetti di valorizzazione del territorio del Lago di Varese, cercando di portarli a conoscenza di tutta la comunità, dai più vicini che hanno con il lago un legame affettivo, di appartenenza, a coloro che invece ancora non conoscono la sua storia e il suo valore culturale e sociale. Anche nel caso del recupero del Rierùn il nostro ruolo è stato quello di provare a raccontare questa storia, darle valore e dignità.

Abbiamo raccolto le storie direttamente dai protagonisti di questa piccola grande impresa, abbiamo usato l’azzurro dell’acqua del lago e il marrone del legno della barca e con l’ausilio di foto storiche, abbiamo progettato una serie di materiali che aiuteranno a contestualizzare e conoscere la storia del rinato Rierùn! E continuiamo ad animare la pagina facebook della Cooperativa Pescatori per contagiare anche la comunità digitale!






Quello del Rierùn è un tassello di un percorso storico-culturale che si sta provando a tracciare a Cazzago Brabbia, per farla diventare “non la Rimini della provincia di Varese”, come ha detto il sindaco nel suo discorso inaugurale, ma un tranquillo e  affascinante polo attrattivo per il turismo storico-culturale della nostra provincia.

La nostra mission è “costruire” relazioni. Quello con il territorio è un legame, autentico e sincero e non possiamo esimirci dall’impegnarci ad essere sempre più “costruttivi”!

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Coffee Break

Ogni mattina un Magoot si sveglia e sa che dovrà correre più veloce che può al suo Mac per trovare l’idea creativa che gli consentirà di emettere fattura.

 

Poi ci sono mattine in cui anziché cercare “l’idea creativa”, decide di andare a cercare altri creativi, nel tentativo di non perdere il filo tra creatività e persone, che è poi la vera mission del nostro lavoro.

 

E così ce ne siamo andati a Milano al Creativity Day, una giornata di speech e workshop dedicati a illustrazione, grafica, video e visual communication, insomma la creatività.




Cosa abbiamo imparato?

Innanzitutto, le basi. Per spiegare la differenza tra creatività, fantasia, immaginazione e invenzione Diego Fontana è andato dritto dritto dal Maestro Bruno Munari


Fantasia
: permette di pensare a tutto ciò che non esiste, anche assurdo e irrealizzabile

 

Invenzione: è la realizzazione di qualcosa che prima non c’era ma solo per uno scopo pratico, senza porsi problemi estetici

 

Creatività: combina fantasia e invenzione per produrre qualcosa di funzionante e realizzabile (cioè un’applicazione concreta della fantasia)

 

Immaginazione: permette di immaginare, appunto, quello che la fantasia, l’invenzione e la creatività producono

 

Essere creativi insomma non è tanto avere fantasia, ma piuttosto essere capaci di unire elementi preesistenti in combinazioni nuove (e utili!!).

Ecco allora che se devi fare pubblicità a Barilla all’Expo di Shangai, associ due elementi molto noti e concreti come gli spaghetti e il gioco degli shangai e voilà, la nuova combinazione produce un annuncio originale ed efficace, utile a farci comprendere il messaggio che il brand vuole veicolare.


 

Altri creativi che abbiamo ascoltato e ci sono piaciuti:


l’illustratore Francesco Poroli, in un divertente speech dal titolo “Io non copio, rubo” sul tema delle reference che, se ben utilizzate, aprono a nuove e inaspettate soluzioni. Homework: mescolare linguaggi esistenti per ottenere una lingua mai parlata: la propria.


Ale Giorgini
che viviseziona e ci mostra – attraverso interessantissime case history legate alla propria produzione – il processo creativo: scrivi – osserva – racconta – progetta – cambia. Homework: sforzarsi di lavorare sempre con metodo…anche quando il tempo è tiranno!

Stefano Torregrossa che nell’era imperante delle immagini si ferma a riflettere sui font, dopotutto anche il carattere non può essere percepito come immagine, prima ancora che come veicolo di contenuto? Homework: sforzarsi di scegliere il carattere più funzionale al progetto che si sviluppa! Forma e sostanza.

Federico Airoldi che ci ha illustrato come sia lungo e complesso realizzare un video per una sfilata di moda (si lavora 12 mesi per 12 minuti di passerella!). Homework: non lasciare mai niente al caso, ogni dettaglio è importante!

E poi ci sono piaciute un sacco le TO DO LIST di Comò Mag




Diventa più difficile quando la creatività deve rispondere alle logiche delle macchine che ormai regolano la nostra quotidianità, perché la nuova audience da persuadere non è più composta da persone, ma da “algoritmi“. E’ l’algoritmo ormai che governa il nostro “ritmo” di vita! Amazon che ci propone cosa comprare, Spotify che sceglie la musica per noi, le app del meteo che orientano i nostri weekend, Facebook che ci organizza notizie e opinioni che condizionano le nostre scelte e i nostri comportamenti. E noi che abbiamo il compito di aiutare i nostri clienti a comunicare le loro marche, non possiamo ignorare questo grande spostamento di target che sta avvenendo.



Google, i social sono diventati intermediari sempre più potenti e i vecchi parametri socio-demografici sono morti e sepolti da un po’. Non basta conoscere i potenziali acquirenti uno per uno, ma arrivare a capire con quali “macchine” interagiscono nei vari momenti del giorno (vedi i micro momenti mappati da Google). Questo di Alberto Maestri, “Creativity to machines” è stato l’intervento più stimolante.

Ce ne siamo usciti nel grigio autunno milanese con questa sfida nella testa e ci siamo subito fatti consigliare un buon locale per l’aperitivo da TripAdvisor :-D!

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