Coffee Break

I Magoot al Creativity Day

Ogni mattina un Magoot si sveglia e sa che dovrà correre più veloce che può al suo Mac per trovare l’idea creativa che gli consentirà di emettere fattura.

 

Poi ci sono mattine in cui anziché cercare “l’idea creativa”, decide di andare a cercare altri creativi, nel tentativo di non perdere il filo tra creatività e persone, che è poi la vera mission del nostro lavoro.

 

E così ce ne siamo andati a Milano al Creativity Day, una giornata di speech e workshop dedicati a illustrazione, grafica, video e visual communication, insomma la creatività.




Cosa abbiamo imparato?

Innanzitutto, le basi. Per spiegare la differenza tra creatività, fantasia, immaginazione e invenzione Diego Fontana è andato dritto dritto dal Maestro Bruno Munari


Fantasia
: permette di pensare a tutto ciò che non esiste, anche assurdo e irrealizzabile

 

Invenzione: è la realizzazione di qualcosa che prima non c’era ma solo per uno scopo pratico, senza porsi problemi estetici

 

Creatività: combina fantasia e invenzione per produrre qualcosa di funzionante e realizzabile (cioè un’applicazione concreta della fantasia)

 

Immaginazione: permette di immaginare, appunto, quello che la fantasia, l’invenzione e la creatività producono

 

Essere creativi insomma non è tanto avere fantasia, ma piuttosto essere capaci di unire elementi preesistenti in combinazioni nuove (e utili!!).

Ecco allora che se devi fare pubblicità a Barilla all’Expo di Shangai, associ due elementi molto noti e concreti come gli spaghetti e il gioco degli shangai e voilà, la nuova combinazione produce un annuncio originale ed efficace, utile a farci comprendere il messaggio che il brand vuole veicolare.


 

Altri creativi che abbiamo ascoltato e ci sono piaciuti:


l’illustratore Francesco Poroli, in un divertente speech dal titolo “Io non copio, rubo” sul tema delle reference che, se ben utilizzate, aprono a nuove e inaspettate soluzioni. Homework: mescolare linguaggi esistenti per ottenere una lingua mai parlata: la propria.


Ale Giorgini
che viviseziona e ci mostra – attraverso interessantissime case history legate alla propria produzione – il processo creativo: scrivi – osserva – racconta – progetta – cambia. Homework: sforzarsi di lavorare sempre con metodo…anche quando il tempo è tiranno!

Stefano Torregrossa che nell’era imperante delle immagini si ferma a riflettere sui font, dopotutto anche il carattere non può essere percepito come immagine, prima ancora che come veicolo di contenuto? Homework: sforzarsi di scegliere il carattere più funzionale al progetto che si sviluppa! Forma e sostanza.

Federico Airoldi che ci ha illustrato come sia lungo e complesso realizzare un video per una sfilata di moda (si lavora 12 mesi per 12 minuti di passerella!). Homework: non lasciare mai niente al caso, ogni dettaglio è importante!

  • Text Hover
  • Text Hover
  • Text Hover
  • Text Hover
  • Text Hover
  • Text Hover
  • Text Hover

E poi ci sono piaciute un sacco le TO DO LIST di Comò Mag

  • Text Hover
  • Text Hover
  • Text Hover
  • Text Hover
  • Text Hover
  • Text Hover



Diventa più difficile quando la creatività deve rispondere alle logiche delle macchine che ormai regolano la nostra quotidianità, perché la nuova audience da persuadere non è più composta da persone, ma da “algoritmi“. E’ l’algoritmo ormai che governa il nostro “ritmo” di vita! Amazon che ci propone cosa comprare, Spotify che sceglie la musica per noi, le app del meteo che orientano i nostri weekend, Facebook che ci organizza notizie e opinioni che condizionano le nostre scelte e i nostri comportamenti. E noi che abbiamo il compito di aiutare i nostri clienti a comunicare le loro marche, non possiamo ignorare questo grande spostamento di target che sta avvenendo.



Google, i social sono diventati intermediari sempre più potenti e i vecchi parametri socio-demografici sono morti e sepolti da un po’. Non basta conoscere i potenziali acquirenti uno per uno, ma arrivare a capire con quali “macchine” interagiscono nei vari momenti del giorno (vedi i micro momenti mappati da Google). Questo di Alberto Maestri, “Creativity to machines” è stato l’intervento più stimolante.

Ce ne siamo usciti nel grigio autunno milanese con questa sfida nella testa e ci siamo subito fatti consigliare un buon locale per l’aperitivo da TripAdvisor :-D!

Author


Avatar

Redazione Magoot

Magoot è un’agenzia–network, che si occupa concretamente di FARE la comunicazione, costruendola insieme ai propri clienti. Il nostro metodo per la comunicazione costruttiva, ci permette di ricreare per le aziende il semplice meccanismo di costruzione della relazione, che le persone mettono in atto con naturalezza ogni giorno.